Nella tradizione cristiana, la Pasqua è la più importante di tutte le feste – più importante dello stesso Natale. Perché? Perché è allora che si rivela la resurrezione; è allora che scopriamo che la morte non è la fine, ma solo un passaggio verso la vita rinnovata.

 

Che si scelga di avere fede in questa tradizione cristiana o meno, la Pasqua è un fenomeno particolarmente illuminante, per la vita e la trasformazione organizzativa, ma anche per le sfide sociali che affrontiamo in questo XXI secolo. Due aspetti di questo fenomeno sono particolarmente importanti, credo: il “Mistero Pasquale” e la “Kenosis” come processo. Esaminiamoli entrambi.

 

Il “Mistero Pasquale” (un altro modo di dire “il mistero della Pasqua”) è precisamente ciò che dice: un mistero a cui si è assistito, dove Gesù muore e, dopo tre giorni, risorge: cioè è vivo in modo nuovo/rinnovato. Di nuovo, lo scopo qui non è convertire il lettore ad una particolare tradizione di fede, ma piuttosto aiutarlo ad entrare nel profondo simbolismo del fenomeno pasquale. In primo luogo, la sequenza dell’evento: prima la morte, poi la vita rinnovata. Detto in un altro modo, affinché la nuova vita arrivi, alcune cose devono prima morire. In termini di trasformazione organizzativa, questo significa che prima di trovare nuove idee, nuovi modi di fare le cose – nuove soluzioni – dobbiamo  lasciare andare ciò che non può più continuare nel futuro. È in quest’ordine che il processo dovrebbe svolgersi (proprio come avviene, infatti, nella Teoria U di Otto Scharmer): prima si lascia andare, poi si lascia venire.

 

Si rifletta un momento su come questo si applica ad alcune delle questioni chiave intorno alla transizione ecologica e alla conservazione della biodiversità: prima fissiamo un obiettivo, una scadenza per la fine dei combustibili fossili ( in base a ciò che il pianeta può sopportare, ad esempio “mantenere tutte le attuali riserve di petrolio nel terreno”), e poi sviluppiamo i processi (e la tecnologia se necessario), per la transizione verso quell’obiettivo. Prima diciamo di fermare il glifosato perché sta distruggendo i nostri ecosistemi (e la nostra salute), e poi mobilitiamo l’intelligenza collettiva per farlo accadere.

NON IL CONTRARIO! Non possiamo dire “aspetta, sviluppiamo la tecnologia, disintossichiamoci, ecc. – perché se lo facciamo in questo modo non funzionerà mai, visto quanto siamo diventati dipendenti da questi modi di operare.

 

In secondo luogo, oltre a ricordarci la sequenza delle cose (morte poi vita), il mistero pasquale ci ricorda che è un mistero: non sappiamo esattamente come funziona, non possiamo analizzarlo, scomporre ogni passo in modo riduzionista – dobbiamo solo avere fiducia che la vita si svolge così, attraverso cicli di morte e rinascita. Ma affinché la nuova vita si manifesti, dobbiamo prima lasciar andare il vecchio; dobbiamo fare spazio affinché si inviti a tavola. Se prima non si muore, se non si libera lo spazio, come può dispiegarsi il nuovo?

 

Il secondo aspetto della Pasqua che è molto interessante da approfondire per pensare alla trasformazione organizzativa e sociale – o, in effetti, alla rigenerazione – è un processo spirituale chiamato “kenosis“, che significa “svuotamento di sé“. Questo è ciò che Gesù fa, letteralmente, sulla croce, attraverso il suo cuore trafitto – ed è quel cuore trafitto che diventa un’ondata di amore, e di generatività, per il mondo.

Ma in un certo senso, questo svuotamento di sé inizia molto prima nella vita di Gesù, quando si apre sempre di più ad accettare la volontà di Dio, per la quale la morte, che porta alla resurrezione, è un punto centrale. Kenosis, per citare Cynthia Bourgeault, è più che la rinuncia a qualcosa di caro; è piuttosto la disponibilità a lasciare che le cose vadano e vengano senza aggrapparsi ad esse.

 

Cosa c’entra tutto questo con la trasformazione organizzativa e sociale, si potrebbe chiedere? Beh, tutto! Perché è il nostro aggrapparci alle cose (beni, ruoli, potere, ecc.) che ci tiene bloccati in modelli che diventano rapidamente distruttivi per noi. E così questo è il paradosso della nostra società moderna che il mistero pasquale, e la kenosi, rivelano: quando investiamo denaro, tempo, energia per sostenere modi di operare e modi di relazionarsi che in realtà sono tossici per noi, siamo sicuri di finire con una morte dolorosa e desolante. Ma quando ci svuotiamo di tutte le cose a cui ci siamo aggrappati, ma che ora sappiamo essere dannose per noi, quando lasciamo andare e facciamo morire quelle cose che non possono più continuare nel futuro, quando scegliamo, quindi, di impegnarci con un tipo di morte che è vitalizzante, allora troveremo nuovi modi di lavorare, operare, relazionarci, che sono molto più generativi; che porteranno rigenerazione a noi stessi, ai nostri team e alle nostre organizzazioni.

 

Quindi, che siamo ebrei, cristiani, musulmani, buddisti, indù, atei o altro, riceviamo il simbolismo della Pasqua con il cuore aperto: affinché le nostre organizzazioni e le nostre società si impegnino nella rigenerazione che è richiesta a gran voce, impegniamoci nella necessaria kenosi, la “sottrazione” di cui parla Leidy Klotz, lasciando andare ciò che non può più continuare nel futuro, per fare spazio al “nuovo che sta cercando di nascere”. Questo è quello che noi di Nexus aiutiamo i nostri clienti a realizzare.