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Di Overview Effect, dei livelli di Bateson e di apprendimenti per il futuro

Overview_Effect

Da piccola uno dei miei sogni era di andare nello spazio. Mi immaginavo dentro una capsula spaziale a guardare la Terra allontanarsi piano attraverso l’obló e la Luna e i pianeti via via diventare più visibili. La lettura di “Lucky Star e le Lune di Giove” contribuiva a rendere questo sogno ancora più dettagliato. Il mio sogno ormai è diventato sempre più realizzabile, i primi viaggi “turistici” nello spazio stanno incominciando (sull’opportunità e la diffusione di questi viaggi rispetto alla produzione di CO2 si potrebbe discutere) e da qualche tempo mi capitano sotto gli occhi sempre più spesso articoli sull’”Overview Effect”. Cosa vuole dire Overview Effect? Il nome è stato ideato da Frank White che lo ha usato per la prima volta nel 1987,  nel suo libro che si intitola proprio “The Overview Effect”.

Si tratta di una raccolta di esperienze descritte dagli astronauti che sono andati nello spazio, e che si sono raccontati, non tanto sulla parte ingegneristica del loro viaggio ma sulle emozioni dalle quali sono stati attraversati. Gli astronauti partiti dopo l’uscita del libro hanno potuto cosí beneficiare di un concetto per descrivere le emozioni forti e confuse provate durante il viaggio, in particolare guardando il pianeta Terra da una prospettiva unica.

Un punto di vista molto particolare, che provoca un’esperienza che possiamo definire trascendente (un “salire al di là” molto tangibile), un movimento interiore profondo e duraturo cosí come descritto dagli astronauti che lo hanno sperimentato: un misto di compassione, tenerezza, vulnerabilità, consapevolezza di appartenere ad un tutto.

Un amore incondizionato ed universale che si prova per la Terra, vedendola cosí lontana e fragile,  che fa sí che dopo questo tipo di esperienze la chiave di lettura di sé e del mondo passi attraverso questa lente. Dentro l’Overview Effect c’è il sentimento profondo di appartenenza, la fine della separazione dalla Terra, la consapevolezza di essere produttori dei contesti nei quali viviamo di cui parla Bateson in “Verso un’ecologia della mente”.

Se ne parlo in questo post è perché le fotografie che accompagnano la descrizione dell’Overview Effect sono una prima “madeleine”  che mi rimanda ai miei sogni di bambina;  la seconda “madeleine” è per me la connessione che ho fatto tra “Overview Effect” e la mia tesi di laurea sulla creatività e l’apprendimento ed è di questo che vorrei parlare nel blogpost dopo questa premessa un po’ lunghetta.

Una parte importante della mia tesi era infatti dedicata a definire  cosa significa “apprendere” un tema che mi affascinava allora come ora, al punto di averne fatto il centro del mio lavoro. Una delle pietre miliari sul tema è senza dubbio la teoria dei  “livelli di apprendimento” di Gregory Bateson. In sostanza Bateson, partendo dalle teorie dei Tipi Logici di Whitehead e Russel e da modelli cibernetici,  ha formulato una teoria dell’apprendimento che permette di definirlo su 4 livelli logici (molto interessante in relazione all’apprendimento in Bateson,  tutto il tema dei paradossi ma non è oggetto del nostro blogpost).

Di seguito i livelli di apprendimento di Bateson descritti in estrema sintesi, con un’esempio che ci servirà per chiarire il legame tra la teoria di Bateson e l’Overview Effect.

 

 

 

 

 

L’apprendimento 3 è raro perché si realizza quando il sistema cognitivo è profondamente scosso (ad esempio in una situazione terapeutica o in un’esperienza mistica) e, Bateson dice, al confine con la patologia. Una strada possibile, patologica, dell’apprendimento 3 è proprio la psicosi. In questo tipo di apprendimento la logica del profitto (e dell’ego) non è più prioritaria.

Nel nostro caso dei rifiuti, l’apprendimento di tipo 3 potrebbe avvenire in un momento di consapevolezza profonda del fatto che producendo rifiuti e scaricandoli nella Natura in realtà stiamo intervenendo sul nostro contesto e modificandolo, minacciando in questo modo le nostre possibilità di sopravvivenza future. Questo tipo di apprendimento parte da una premessa importante, che è quella di riuscire a percepirci non più come distaccati ma in connessione e comunione con la Natura. Possiamo scegliere di smettere di produrre rifiuti, ripensando il nostro processo di produzione ad esempio in forma circolare, perché i rifiuti diventino input di un altro processo di produzione.

Due scienziati, James Lovelock e Lynn Margulis sono gli autori di una teoria affascinante (ma anche controversa), la famosa “ipotesi Gaia” secondo la quale la Terra è un unico essere vivente, che respira e vive,  composto da diversi esseri viventi. Secondo questa ipotesi l’interconnessione non è solo un modo di percepire, di apprendere i nostri contesti ma qualcosa di più. Ridurre la complessità e sentirci separati da essa ci rende impermeabili all’empatia ed alla sofferenza per come trattiamo Gaia, il nostro pianeta-essere vivente.

L’Overview Effect è una prospettiva interessante per chiederci: come possiamo rigenerare il nostro sguardo sul mondo? Come generare lo stesso movimento personale che permette agli astronauti di non essere più gli stessi, una volta provato questo effetto? Come accedere all’apprendimento 3 sulla nostra condizione umana in questo pianeta? Come, collettivamente, ottenere un insight che ci porti a ripensare radicalmente i nostri sistemi di produzione e la nostra relazione con la Terra?

L’apprendimento 3 ha una componente spirituale molto forte. Gli astronauti che sono stati intervistati da Frank White hanno parlato di allineamento spirituale, di trascendenza dell’esperienza. Forse una strada da percorrere, per sentire questa ondata di amore e tenerezza verso la nostra casa comune, è proprio quella di aprirsi collettivamente e davvero a questa dimensione.

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